Dalla Barca al kayak fishing
Sin da bambino il pesce che più di tutti mi ha sempre ossessionato in ambiente marino e salmastro è sua maestà la spigola.
La sua ricerca, negli anni, mi ha portato ad una continua evoluzione, nella tecnica, nelle scelta delle attrezzature.
Come tutti ho iniziato pescando da terra, ovviamente le limitazioni erano tantissime spesso i pesci non erano a tiro di canna o comunque le prede più interessanti erano in zone completamente irraggiungibili, qualche anno dopo con un pò di sacrifici insieme ad un amico prendemmo una barca e di li a poco molte cose cambiarono
Contenuti
La mia evoluzione dalla barca alla pesca in kayak
Finalmente potevo risalire le foci e andare a stanare le Regine in punti che potevo solo sognare, tuttavia la cosa non fu poi cosi tanto semplice e nonostante i risultati non mancassero quella della barca si rivelò una scelta si azzeccata ma non ottimale i costi di gestione quelli di rimessaggio e la continua manutenzione a scafo e motore sommato alla difficoltà che comunque non riuscivamo a andare e pescare proprio ovunqueci fecero resistere e la vendemmo .
Col passare del tempo, giusto qualche anno dopo,sfogliando riviste e navigando online, iniziai a vedere i kayak da pesca, ne fui immediatamente colpito e capii quasi subito che il kayak sarebbe stato eccezionale per pescare in foce a caccia di regine come volevo io.
Come scegliere un buon kayak da pesca
Impiegai parecchio tempo per capire quali caratteristiche, peculiarità, prestazioni potesse e dovesse avere un kayak da pesca.
Le mie esigenze erano molto semplici necessitavo di uno scafo innanzitutto molto sicuro e stabile anche per pescarci e lanciarci in serenità anche stando in piedi, oltre a questo, doveva comunque essere abbastanza filante e spazioso tanto da non rinunciare a nulla della mia attrezzatura.
Ovviamente mi resi subito conto che avevo bisogno di un kayak contraddistinto dalla propulsione a pedali e non solo dall’uso di una pagaia questo perché risalendo la foce o avrei pagaiatoo lanciato l’esca.
Così iniziai il mio viaggio alla ricerca del kayak giusto per me finche non mi imbattei quasi per caso su di un kayak molto particolare un progetto tutto Italiano di quest’azienda italiana che è la BIG MAMA KAYAK.
Il TRIKEN 405 studiato e realizzato in Italia da due ragazzi Luigi BOTTINI il titolare dell’azienda e Claudio CAMPIONI il Designer due Ciociari come me.
Fatalità volle che ero li in zona in visita dai miei parentia Fiuggi cosi ebbi l’occasione di visitare l’azienda a Frosinone vedendo e saggiando la robustezza del prodotto direttamente di persona;
Finalmente avevo trovato il kayak che volevo!
Infatti gli commissionai il mio, il giorno stesso.
Bè ecco forse mi sono dilungato un pò parliamo adesso di pesca dal kayak la mia prima esperienza “il varo” in un lago per rompere il ghiaccio e sentirmi più tranquillo prendendoci un minimo di dimestichezza prima di avventurarmi in mare e in foce tra onde e traffico navale.
Kayak da pesca: a elica e non a pinne?
Innanzitutto perché la pedalata come movimento è molto più naturale anche perché se ci pensiamo al movimento delle gambe per fare una pedalata siamo tutti abituati poi l’elica ci permette due sensi marcia sia in avanti che indietro cosa molto importante all’interno delle foci per favorire e/o contrastare le correnti e quindi rimanere quasi in hoveringavendo le mani libere di impugnare canna e mulinello e lanciare nei punti giusti quelli dove immaginiamo ci sia lei…
L’ecoscandaglio giusto per il tuo kayak
Le prime uscite in foce sono state un po un’avventura da buon autodidatta quale sono e è stato fantastico;
Neanche l’ecoscandaglio avevo strumento che è davvero molto utile e che ho provveduto a istallare con prontezza per le uscite successive, i motivi sono moltissimi uno dei quali la sicurezza sia perché senza saperlo potremmo trovarci in acqua troppo bassa o impigliati con l’elica in rami celati dalla torbidezza dell’acqua dove basterebbe alzare i pedali e dare due colpi di pagaia evitando cosi spiacevolissimi inconvenienti ;
Ovviamente ci è utilissimo per pescare, trovare buche, picchi o banchi di mangianza nelle acque un pò più profonde;
un modello con GPS integrato sarà l’ideale per tenere d’occhio la velocità di navigazione se vogliamo trainare o lo scarroccio se vogliamo pescare semi ancorati; salvare i way point dei punti più interessanti o produttivi per essere sicuri di ritrovarli in futuro senza problemi.
Esche artificiali e canne da portare con te
Un marsupio con un po di gomme qualche testina piombata e qualche rigido tipo minnow , un paio di canne non lunghissime per non avere troppo impaccio nell’utilizzo da seduto diciamo appena sotto i 7’ sono l’ideale una montata a gomma per una pesca un pò più finesse per una pesca sicuramente più di ricerca perfetta nei momenti di inattività.
L ’altra con minnow per istigare per lo più un attacco di reazione un po per territorialità e un po per fastidio entrambe caratterizzate da una buona riserva di potenza per aver ragione di quei pesci che stazionao in prossimità delle cover dove senza una canna con la giusta potenza non riusciremmo ad averne ragione anche perché il pescione è sempre dietro l’angolo.
Un accessorio importantissimo da avere sempre al seguito e indossato, nonché obbligatorio per legge è il giubbino salvagente non lesiniamo mai sulla sicurezza in mare non si scherza!
Azione di pesca
è davvero semplicissima il bello del kayak rispetto alla barca a parte l’inquinamento a impatto zero è proprio la sua silenziosità in acqua questo ci pone in una situazione di vantaggio, quello di arrivare vicinissimi a quei pesci super sospettosi e smaliziati che al minimo rumore scapperebbero;
Avvicinarci in quasi totale silenziosità ci agevola per pescare molto vicini alle sponde o in molti punti anche in acque molto basse dove col pescaggio di qualunque barca che non sia una bass boat non potremmo arrivare tutto questo esalta ancor più la sessione rendendola davvero avvincente o almeno per me è cosi la pesca in kayak è incredibile e ti proietta in una dimensione alternativa facendoti vedere la pesca sotto altre prospettive, potrei quasi definirlo “un grosso giocattolo per bambini molto cresciuti”dove pescare diventa quasi un optional.
Appena iniziamo a risalire la foce silenziosamente all’alba scruto la superficie cercando di intravedere qualche bollata o segno di attività in superfice i primi lanci preferisco farli lanciando piccoli minnow compresi tra i 65 e i 95 millimetri
In foto vi ho appena messo un bellissimo Minnow Della cogitech
lanciando sempre in prossimità delle cover avendo cura di stoppare con la mano sinistra il filo in uscita per far rimettere in asse l’esca e farla entrare quasi in verticale in questo modo farà meno chiasso in acqua non spaventando ma incuriosendo il predatore nelle vicinanze.
Shad,grub e imitazioni di piccole anguille nelle misure comprese tra i 3” e i 5” sono tra le soft bait migliori per tentare l’incontro con grosse regine;
Con le esche siliconiche l’approccio che utilizzo è diverso anche se nulla ci vieta di utilizzare la stessa tattica che utilizzo con le hard bait,
vado a cercare con l’ausilio dell’eco le buche o l’ostacolo sul fondale dove la spigola che è un predatorre opportunista da agguato potrebbe celarsi;
Lanceremo in diagonale verso monte rispetto all’ostacolo in modo tale che la corrente che scende ci aiuterà in una presentazione dell’artificiale quanto più veritiera possibile facendolo dragare lentamente sfiorando e colpendo tutti gli ostacoli sul fondo aspettando quell’istante magico per ferrare…
caratteristiche tecniche Il triken 405
- Lunghezza 405 cm
- Larghezza 89 cm
- Peso scafo +/- 40kg
- Scafo trimarano 2 vani laterali portaoggetti
- 2 gavoni 1 ampio a prua trasformabile in vasca del vivo da 16 lt e 1 di ispezione
- 3 binari per montaggio accessori
- 5 maniglie
- 8 tappi di svuotamento
- Timone vertivale con comando a leva a sx
- Puntapiedi regolabili
- Sedile in alluminio con schienale regolabile
- Carrellino pagaia e 4 porta canne in dotazione due a incasso e due regolabili
Articolo di : Arnaldo Mangolini
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